Quando faccio una fila, sono in attesa di un autobus, sono seduto su una panchina… mi piace osservare i volti delle persone che mi stanno accanto, soffermarmi su questi paesaggi ovali che cambiano di continuo (le infinite sfumature delle espressioni) e sono incredibilmente unici (non c’è una faccia che sia uguale all’altra). E mentre li guardo inizio a farmi delle domande: perché sta ridendo o sbuffando? Quale pensiero lo sta attraversando? Che lavoro fa nella vita? Avrà una famiglia o è una persona schiva e solitaria? È soddisfatto di se stesso? Quale sogno vorrebbe realizzare?